Higuain? Pesa più di tutta la ricerca italiana. E non si tratta di massa corporea, quanto di impatto economico legato, da una parte, al gioco del calcio. E dall'altra a un'attività preziosa per tutto il Paese.
Si sono aperti oggi (anche) con questa metafora sportiva, in tempi di Mondiali, i tre giorni che Torino dedica alle Neuroscienze, presso il dipartimento Rita Levi Montalcini, con il nome di NeuroPsicoToFest, che si concluderà il 29 giugno.
Torino vanta infatti una lunga tradizione in questo campo di ricerca e studio. E con una popolazione che invecchia sempre di più, aumentare le proprie conoscenze in determinati ambiti potrebbe essere cruciale.
"L'Italia però è fanalino di coda tra i grandi Paesi per quanto riguarda i budget per la ricerca. E la Francia si sta assicurando i ricercatori migliori. Tuttavia si getta il cuore oltre l'ostacolo con risultati rilevanti nonostante le poche disponibilità", ammette Enrico Cherubini, direttore European brain research Institute e past president della Società Italiana di neuroscienze.
La tendenza poi è legata soprattutto a grandi progetti, che finiscono però per assorbire risorse che non arrivano a iniziative più piccole.
"È importante che la ricerca vada avanti e ci aiuti a vivere meglio - commenta il rettore dell'Università di Torino, Gianmaria Ajani - ma è purtroppo vero che la ricerca di base è depressa e poco finanziata. Basti pensare che due anni fa il MIUR ha messo nella ricerca gli stessi soldi, 92 milioni, spesi dalla Juventus per Higuain. Ma più che convincere i politici, che tanto non si fanno convincere, bisogna convincere gli elettori che scelgono i politici".
"Come Università puntiamo molto sulle porte aperte per avvicinare la ricerca alla gente e ai giovani - conferma Giancarlo Panzica, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Torino e coordinatore del gruppo di ricerca di Neuroendocrinologia del NICO - Unito - proprio per non stare in una torre d'Avorio, ma aprirci alla società. E proprio ai cittadini elettori".