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Sanità | 29 marzo 2018, 13:36

Farmaci antitumorali: il Piemonte riduce del 50% il prezzo. In un anno risparmi per 8 milioni di euro

L'assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta: “Le risorse reinvestite nella cura dei malati”

Farmaci antitumorali: il Piemonte riduce del 50% il prezzo. In un anno risparmi per 8 milioni di euro

Una nuova riduzione dei costi sulla farmaceutica è stata ottenuta dalla Regione Piemonte grazie alla gara portata a termine dalla società di committenza regionale Scr sulla fornitura del rituximab. Si tratta di un farmaco antitumorale di origine biologica indicato nel trattamento di linfoma non Hodgkin, leucemia linfatica cronica e artrite reumatoide, usato in tutte le aziende sanitarie piemontesi.

La messa a gara della fornitura ha comportato un contenimento della spesa del 46% per singola confezione da 500 mg: il prezzo è passato dai 1.139 euro pagati in passato per il prodotto “originatore”, ovvero commercializzato in esclusiva da una singola casa farmaceutica, ai 610 euro ottenuti adesso, grazie all’entrata in commercio e all’utilizzo dei farmaci biosimilari.

Come risultato, la Giunta regionale stima di risparmiare circa 8 milioni di euro nel corso dell’anno, dimezzando il costo sostenuto nel 2017, che è stato di circa 16 milioni di euro. Queste risorse saranno reinvestite sempre nell’ambito della sanità, in particolare nel finanziamento delle terapie farmacologiche innovative in campo oncologico.

“Sono soddisfatto di questo nuovo risultato che siamo riusciti a ottenere grazie alle gare per l’acquisto dei farmaci – sottolinea l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, che ha trattato il tema questa mattina, in occasione dei 20 anni del programma di screening oncologico Prevenzione serena -. Aprire al mercato la fornitura dei prodotti per i quali è scaduto il brevetto del farmaco originale è una scelta che abbiamo intrapreso con coraggio fin dal 2015 e che negli anni è stata rafforzata anche da numerose sentenze della giustizia amministrativa”.

Nei giorni scorsi, l’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) ha sancito in via ufficiale l’equivalenza terapeutica dei farmaci biosimilari e dei farmaci originatori, definendoli intercambiabili anche dal punto di vista del rapporto rischi-benefici.

“E’ un riconoscimento che permetterà a tutte le regioni di seguire la strada delle gare e della concorrenza per ridurre il costo dei farmaci – aggiunge l’assessore Saitta –. Un passaggio fondamentale per coniugare il fabbisogno di salute dei cittadini e la sostenibilità del sistema sanitario, aumentando il numero dei pazienti curati dalla nostra sanità”.

c.s.

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