Cittadinanza e Amministrazione: un fronte unito per la lotta alla povertà e al degrado urbano. E’ ciò che mira a realizzare la città di Torino con il progetto CO-CITY, presentato al Polo culturale Lombroso 16, alla presenza di Marco Giusta, Assessore alle pari opportunità.
Il piano, realizzato dal Comune in partenariato con UniTO, ANCI e Fondazione Cascina Roccafranca, mira alla riqualificazione di beni immobili e spazi pubblici. Torino è una delle 18 città vincitrici del bando Urban Innovative Actions (UIA). Il progetto CO-CITY, avviato il 31 marzo, si è aggiudicato finanziamenti UE pari a 4,1 milioni di euro. Da gennaio 2016 la Città è dotata di un proprio regolamento sulla gestione e rigenerazione dei beni comuni urbani, mediante il quale disciplinare le forme di collaborazione tra cittadini e amministrazione comunale.
“Il regolamento di cui si è dotata Torino ha alle spalle un discorso giuridico complesso, decennale, che si è sviluppato con la battaglia sul tema dell’acqua pubblica”, ha affermato Eugenio Dragoni, collaboratore del vicesindaco Montanari: “I patti rimarranno aperti nel tempo e saranno vigilati dal Comune: se un bene viene gestito da tre soggetti e l’anno successivo desidera subentrarne un quarto, quest’ultimo sarà completamente titolato a inserirsi a sua volta nelle dinamiche gestionali”.
Sono tre le tipologie di patti possibili previsti dal regolamento, distinti per grado di complessità: beni in disuso, spazi sottoutilizzati e cura dello spazio pubblico non presidiato. L’amministrazione non erogherà aiuti in denaro, bensì in servizi e materiali. Circa 2 milioni del finanziamento europeo saranno destinati a lavori, servizi e forniture per riqualificare il patrimonio immobiliare e per incrementare la dotazione strumentale.
Tra le iniziative introdotte da CO-CITY e guidate dall’Università di Torino: FirstLife, social network teso a favorire il coinvolgimento dei cittadini mediante una mappatura dei progetti collettivi, e un sistema di moneta virtuale per lo scambio di beni, servizi e tempo-lavoro. A UniTO spetterà anche il consolidamento di un modello giuridico e gestionale per l’attuazione del regolamento, e un manuale che raccolga gli esiti delle sperimentazioni di CO-CITY.
La comunicazione e divulgazione dei risultati a livello nazionale spetterà all’ANCI. La Fondazione Cascina Roccafranca, invece, guiderà le Case del Quartiere nella creazione di una rete che sviluppi processi d’innovazione sociale e produzione collettiva di welfare urbano.
Entro maggio è prevista la pubblicazione di un avviso comunale che descriverà le modalità di adesione al progetto: alla Rete delle Case del Quartiere spettano le attività d’informazione e accompagnamento allo sviluppo delle proposte di collaborazione, coerenti con le finalità di CO-CITY.