“Patriottismo, rispetto e unità. Per cambiare in meglio”. E’ questo lo slogan che capeggia sul manifesto affisso in Borgo Dora di Florin Tӑtaru, candidato alle consultazioni in Romania. Gli elettori romeni saranno chiamati alle urne l’11 dicembre prossimo, dalle 7 e fino alle 21, per eleggere un nuovo parlamento e chiudere la pagina dell'esecutivo tecnico guidato dall’attuale premier Dacian Ciolos, alla guida del Paese dopo le dimissioni di Victor Ponta.
La campagna elettorale per conquistare Bucarest passa anche per gli elettori all’estero ed in particolare per Torino. Nel capoluogo la comunità rumena, con i suoi 102.077 soggetti, è infatti la più popolosa di quelle straniere e rappresenta il 48% del totale. E’ evidente dunque che conquistare le preferenze dei votanti dimoranti in Italia diventa importante per aggiudicarsi uno scranno in Parlamento.
Lo scrutinio per le politiche di quest’anno è organizzato in base ad una nuova legislazione, si torna al voto sulle liste e si rinuncia al voto uninominale. La posta in gioco è rappresentata da 466 seggi elettorali, 134 al Senato e 308 alla Camera dei Deputati, ai quali si aggiungono i 18 deputati delle minoranze nazionali (italiani compresi), diverse da quella ungherese, la cui rappresentazione è garantita a prescindere dal numero di voti ottenuti. Da molti anni la Camera dei Deputati di Bucarest ha destinato un rappresentante anche alla comunità italiana che vive in Romania. Ci saranno anche nuove norme di rappresentazione: 1 deputato per ogni 73 mila abitanti e 1 senatore per ogni 168 mila.
A contendersi la preferenza degli elettori ci sono 6506 candidati per 466 seggi disponibili tra Camera e Senato. Dieci i partiti in corsa, solo sei dei quali, secondo un recente sondaggio, superano la soglia di sbarramento del 5%. Sarebbero in netto vantaggio i Socialdemocratici (PSD) con più di 40% delle preferenze, seguiti dal PNL (27%), dall'Unione per salvare la Romania (11%), dai Liberaldemocratici dell'ex premier Tariceanu (5,2%) e dal PMP, dell'ex presidente Basescu (5%). Resta comunque altissima (75%) la percentuale dei rumeni che non hanno fiducia nella politica.
Di seguito la mappa interattiva di tutti i seggi predisposti in Italia qui.